SPID per accedere ai siti porno e per adulti: cosa cambia, come funziona
di Adriano Fausto Cappello
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Dal 12 novembre 2025 è scattata in Italia una nuova normativa per l’accesso ai contenuti pornografici online: molti si chiedono se serve davvero lo SPID per entrare sui siti porno, quali siti sono interessati, cosa cambia per l’utente e per le piattaforme. In questo articolo approfondiamo tutti i passaggi, le domande più frequenti e i chiarimenti richiesti da AGCOM e altre fonti ufficiali. Ricordiamo che in Patronato.com è possibile richiedere lo SPID a questa pagina (se serve SPID da estero a questa)
Qual è il quadro normativo e perché intervenire
Il legislatore italiano, con il cosiddetto Decreto Caivano (dl 123/2023 – art. 13-bis), ha previsto che i gestori di siti web e piattaforme di condivisione video che diffondono in Italia contenuti pornografici sono tenuti a verificare la maggiore età degli utenti per impedire l’accesso ai minori.
In attuazione di tale norma, l’AGCOM ha adottato la Delibera 96/25/CONS che regolamenta le modalità tecniche della “age verification” per i contenuti a carattere pornografico.
Il 31 ottobre 2025 AGCOM ha pubblicato la lista dei soggetti (siti e piattaforme) che ad oggi diffondono in Italia contenuti pornografici e che saranno soggetti agli obblighi.
L’obiettivo dichiarato è quello di tutelare i minori dall’accesso facilitato a contenuti per adulti, senza però compromettere in modo indiscriminato la privacy degli utenti adulti.
Serve lo SPID per entrare nei siti porno?
La risposta breve
Lo SPID non è obbligatorio per accedere ai siti porno in Italia in base alla normativa vigente, ma ci sono alcune precisazioni:
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L’AGCOM ha chiarito che l’utilizzo dello SPID o della Carta d’Identità Elettronica (CIE) non è previsto come strumento obbligatorio per la verifica dell’età nei siti a contenuto pornografico.
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Il motivo: la normativa richiede che il processo di verifica dell’età avvenga nel rispetto del principio del “doppio anonimato”, ovvero che il soggetto che verifica l’età non sappia a quale sito l’utente sta accedendo, e che il sito non sappia l’identità reale dell’utente. Lo SPID, nella sua configurazione attuale, non garantisce pienamente questi requisiti.
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È tuttavia possibile che in futuro strumenti basati su SPID o CIE possano essere adattati (modificati) per rispettare il principio del doppio anonimato e diventare quindi compatibili.
Ciò, quindi, non significa che non sarà mai possibile utilizzare SPID, ma al momento non è lo strumento previsto.
Quali siti porno richiedono la verifica dell’età (e quindi sono coinvolti)
L’elenco pubblicato da AGCOM riguarda 45 siti e piattaforme che diffondono contenuti pornografici e che risultano destinatari dell’obbligo di “age verification”.
La verifica dell’età è obbligatoria a partire dal 12 novembre 2025 per i siti con sede in Italia; per quelli con sede in altri Stati membri dell’UE il termine è esteso fino al 1° febbraio 2026.
Ecco la lista AGCOM dei siti porno aggiornata al 3 Novembre 2025 per cui è previsto l’obbligo di verifica dell’età (lista che potrebbe ampliarsi nei giorni seguenti).
Perché alcuni siti ancora non hanno implementato la verifica
Fonti segnalano che, al 12 novembre 2025, la maggior parte delle piattaforme della lista non ha ancora implementato sistemi completi di verifica dell’età: alcune continuano con la semplice autocertificazione (“clicca se hai 18+”), altre non mostrano alcun filtro.
AGCOM avverte che potrà avviare diffide, sanzioni (fino a 250.000 €) e perfino l’oscuramento del sito in Italia in caso di inadempimento.
Come funziona il sistema di verifica dell’età
Le fasi principali
Un soggetto terzo indipendente e certificato (non il sito porno) verifica l’età dell’utente (tramite documento, selfie, riconoscimento biometrico, app dedicata).
Una volta verificata la maggiore età, l’utente riceve una prova dell’età (token, QR-code, credenziale crittografata) che attesta soltanto “ha almeno 18 anni” senza rivelare nome, cognome o altri dati identificativi.
L’utente utilizza tale credenziale per accedere al sito porno: il sito rileva solo che “utente è maggiorenne”, senza sapere chi è concretamente o quale soggetto terzo ha operato la verifica.
Il concetto di “doppio anonimato”
Il soggetto che effettua la verifica, quindi, non sa a quale sito l’utente vuole accedere.
A sua volta, il sito che ospita contenuti porno non conosce l’identità reale dell’utente.
Questo modello è pensato proprio per tutelare la privacy pur garantendo che l’utente sia maggiorenne.
Le modalità tecniche
Non è previsto (almeno in questa fase) che l’utente debba caricare documento di identità o fare un login con SPID direttamente presso il sito porno. Anzi, la normativa lo vieta se non compatibile con anonimato.
In futuro, è prevista la possibilità di usare app per identità digitale, o l’integrazione col portafoglio digitale europeo (EUDI Wallet) o simili, ma tali strumenti devono rispettare il doppio anonimato.
Quando serve lo SPID per entrare nei siti porno?
In pratica: mai al momento
Alla luce delle disposizioni attuali, non esiste alcun obbligo di utilizzare lo SPID per accedere alle piattaforme pornografiche. Se un sito vi chiede SPID o CIE direttamente come condizione di accesso, tale richiesta non è prevista dalla normativa vigente in Italia.
Futuro possibile
È tecnicamente possibile che, qualora gli identity provider che gestiscono SPID si conformino ai requisiti di anonimato richiesti (modifica della trasmissione del dominio, anonimizzazione del log, ecc.), in futuro lo SPID possa essere uno degli strumenti utilizzabili per la verifica dell’età.
Cosa cambia per l’utente e per il gestore del sito
Per l’utente adulto
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Potrebbe essere richiesto di completare una verifica d’età tramite soggetto terzo (app, QR code, token) prima di accedere ad alcuni siti porno.
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Non dovrà necessariamente fornire documenti al sito.
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La privacy è garantita: il sito non conosce la sua identità reale, né il soggetto terzo sa quale sito stia accedendo.
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Tuttavia, fino a che la misura non sarà applicata da tutti i siti, l’esperienza potrà variare.
Per il gestore del sito o piattaforma
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Deve adeguarsi alle modalità tecniche indicate da AGCOM: implementare una “age verification” valida che rispetti il doppio anonimato.
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Se non lo fa entro i termini, rischia diffide, sanzioni fino a 250.000 € e l’oscuramento dell’accesso da Italia.
- Deve monitorare utenti e applicare sistemi terzi di verifica, non semplici banner “clicca se hai 18 anni”.
Limiti, criticità e scenari futuri
Criticità attuali
Molti siti ancora non hanno implementato la verifica dell’età nonostante l’obbligo.
Il rischio di aggiramento tramite VPN, proxy o condivisione di dispositivi, comunque, rimane elevato.
Il modello tecnico del doppio anonimato è complesso da realizzare. Chi sarà il soggetto terzo e come saranno controllati i processi rimane ancora in parte da definire.
Non da ultima, la digital divide. Cioè utenti senza smartphone o strumenti digitali adeguati potrebbero essere esclusi.
Scenari futuri
Nel futuro una potenziale evoluzione potrebbe propendere verso soluzioni integrate con app di identità digitale, portafoglio digitale europeo (EUDI Wallet) o simili.
Non è da escludere l’estensione dell’obbligo anche ad altri tipi di piattaforme o servizi che diffondono contenuti per adulti, non solo “classici” siti porno.
Probabile pure una maggiore cooperazione internazionale per applicare le norme anche a siti esteri e contrastare l’uso di servizi localizzati all’estero che puntano sugli utenti italiani.
Risposte brevi a domande frequenti
Quali siti sono coinvolti dall’obbligo di verifica dell’età?
La lista comprende 45 siti e piattaforme che diffondono contenuti pornografici in Italia. Per la maggior parte la scadenza per adeguarsi è il 1° febbraio 2026 per quelli con sede in UE, e l’11 novembre/12 novembre 2025 per quelli stabiliti in Italia.
Se un sito porno mi chiede lo SPID, è legale?
Tecnicamente no: la normativa non prevede lo SPID come requisito obbligatorio, dunque la richiesta va valutata e potrebbe non essere conforme.
Se ho meno di 18 anni posso comunque accedere?
No. La finalità della norma è proprio impedire l’accesso ai minori. Tuttavia, l’effettiva efficacia dipende dall’effettiva implementazione delle misure da parte dei siti.
Quando diventa obbligatorio per tutti i siti porno?
La scadenza per le piattaforme con sedi UE è fissata al 1° febbraio 2026. Per quelle con sede in Italia l’obbligo era già scattato il 12 novembre 2025
In Sintesi
L’Italia ha intrapreso un passo importante verso la tutela dei minori e della privacy online nel settore dei contenuti pornografici. L’obbligo di verifica dell’età (deciso da AGCOM in attuazione del Decreto Caivano) introduce strumenti che vanno al di là della semplice autodichiarazione, puntando al “doppio anonimato”.
Tuttavia, la richiesta secondo cui servirebbe lo SPID per accedere ai siti porno non è corretta: al momento lo SPID non è previsto come strumento obbligatorio. L’effettiva applicazione delle misure richiede ancora tempo, e molti siti non si sono ancora adeguati. Serve vigilanza e controllo, ma anche consapevolezza da parte degli utenti adulti.
Se siete utenti e vi imbattete in un portale che chiede lo SPID come condizione d’ingresso, è bene porre attenzione: la normativa non lo richiede. Nel contempo, se gestite un sito che rientra tra quelli coinvolti, è importante adeguarsi ai tempi e modalità stabiliti, per evitare sanzioni.
In definitiva, la protezione dei minori, la privacy degli utenti adulti e l’equilibrio digitale sono al centro di questa novità normativa: ma si tratta di un cantiere in corso, non di un assetto operativo già pienamente compiuto.
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