Novità NASpI 2025 dopo le dimissioni volontarie

Licenziamento dopo le dimissioni volontarie: il nuovo requisito contributivo per l'accesso alla NASpI

di Alessandra Caraffa

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NASpI

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un’importante novità per coloro che perdono il lavoro a partire dal 1° gennaio di quest’anno. 

In base alla nuova norma, i lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione involontaria, ma che hanno alle spalle delle dimissioni volontarie, non hanno diritto alla disoccupazione se non hanno maturato almeno 13 settimane contributive nel periodo successivo alle dimissioni.

Le nuove regole NASpI si applicano solo in casi molto specifici. Vediamo quindi nel dettaglio chi deve rispettare il nuovo requisito contributivo e cosa cambia per i lavoratori licenziati dopo recenti dimissioni.

Nuova NASpI 2025: i requisiti d’accesso

La NASpI, Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, viene riconosciuta ai lavoratori subordinati che rispettano i seguenti requisiti:

La disoccupazione spetta agli apprendisti, ai soci lavoratori delle cooperative e ai dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni. Sono invece esclusi i dipendenti delle PA con contratto a tempo indeterminato, gli operai agricoli e i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.

L’indennità di disoccupazione spetta dall'ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro: la domanda per la NASpI deve essere presentata entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

NASpI: la novità del 2025

Con l’articolo 1, comma 171, la Legge di Bilancio 2025 introduce un nuovo requisito contributivo per l’accesso alla NASpI. Le nuove regole, effettive a partire dal 1° gennaio 2025, non riguarderanno tutti coloro che perdono involontariamente il lavoro, ma sono applicate solo in presenza di specifiche condizioni.

Il nuovo requisito contributivo riguarda i lavoratori che:

Per aver diritto alla NASpI, questi lavoratori devono aver maturato almeno 13 settimane di contributi con la nuova azienda, o comunque nel periodo successivo alle dimissioni. 

La nuova norma riguarda esclusivamente il requisito contributivo: come specificato dall’INPS, “la norma introdotta dalla legge di Bilancio 2025 non incide sulla determinazione della misura e della durata della prestazione NASpI, il cui calcolo continua a essere effettuato secondo le previgenti disposizioni”.

Novità NASpI 2025: le dimissioni volontarie

Alla luce delle nuove regole, le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del contratto possono configurarsi come un concreto ostacolo per l’accesso alla NASpI, almeno per un certo periodo di tempo. Come precisato dall’INPS, però, le nuove disposizioni non si applicano nei seguenti casi:

Il requisito contributivo delle 13 settimane, quindi, non riguarderà tutti i lavoratori che hanno alle spalle una cessazione volontaria del rapporto di lavoro seguita da un licenziamento.

Come si calcolano le 13 settimane contributive?

Per quanto riguarda l’aspetto strettamente contributivo, l’INPS ha specificato che si considerano utili, nel calcolo delle 13 settimane di contribuzione:

 

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